Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Lavoratrici domestiche, rappresentanti delle associazioni locali per i diritti delle lavoratrici domestiche.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Zicki. Bertukan, una returnees dal Libano riunificata alla famiglia e reintegrata. Ha aperto un piccolo caffè.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia. Suor Asnakech Shimelis con una ragazza appena rientrata in Etiopia dal Libano.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Giovani returnees durante un corso nel centro di formazione governativa.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba, veduta della citta’.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia. Suor Asnakech Shimelis con una ragazza appena rientrata in Etiopia dal Libano.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Lavoratrici domestiche, rappresentanti delle associazioni locali per i diritti delle lavoratrici domestiche.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Lavoratrici domestiche, rappresentanti delle associazioni locali per i diritti delle lavoratrici domestiche.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Una lavoratrice domestica durante il suo lavoro.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Adis Abeba. Il centro Caritas dove vengono accolte le rifugiate di rientro in Etiopia.Etiopia, Novembre 2019. Lavoratrici domestiche etiopi. In Etiopia c’è un esercito di “invisibili” che popola il Paese oppure emigra nei vicini Paesi arabi: sono donne, spesso minorenni, fanno le domestic workers, il loro lavoro non è riconosciuto dalla legge etiope. Non hanno orari, non hanno salario (o sono sottopagate), spesso sono spinte dalle famiglie d’origine a fare questo lavoro pagando profumatamente dei broker che le “piazzano” sul mercato. Tra storie, pregiudizi culturali e numeri (pochi e parziali), viaggio tra le invisibili d’Etiopia che ora, grazie anche al lavoro dell’ong italiana Comunità volontari per il mondo, reclamano i loro diritti. Debre Marcos. Lavoratrici domestiche, rappresentanti delle associazioni locali per i diritti delle lavoratrici domestiche.